Il primo vero intralcio politico alla sopravvivenza del governo Conte II arriva nell’Aula del Senato oggi alle 9.30, quando, in diretta tv, si discuteranno due mozioni di sfiducia contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, una presentata dal centrodestra (Lega, FdI e Forza Italia) e l’altra da Emma Bonino di +Europa, appoggiata da Azione e da FI. Il Guardasigilli dei 5 Stelle era stato accusato nei giorni scorsi dal magistrato Nino Di Matteo. L’attesa è soprattutto per il comportamento dei renziani, che continuano a ostentare un’indecisione — reale o tattica — sul sostegno o meno alla mozione Bonino e che sono determinanti, con i loro 17 senatori. Per Renzi, se cadesse il governo, non si andrebbe al voto. Pd e M5S la pensano diversamente.
Per provare a sventare il rischio, ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ricevuto a Palazzo Chigi la capogruppo di Italia viva alla Camera, Maria Elena Boschi. Oggetto dell’incontro, l’atteggiamento del gruppo sulla sfiducia e, come probabile moneta di scambio per un via libera a Bonafede, un pacchetto di proposte politiche di Italia viva al governo. A partire dal «piano choc» da 120 miliardi per l’edilizia. Il ministro viene accusato per avere nominato alla direzione del Dap Francesco Basentini, al posto del magistrato Di Matteo, secondo il quale la nomina avvenne dopo le proteste dei boss.
Dal Pd mettono in chiaro la portata della sfida. Lo fa prima il capogruppo alla Camera Graziano Delrio: «Se passa la sfiducia sì che sarebbe una vera crisi». In scia il ministro Francesco Boccia: «La sfiducia a un ministro è una sfiducia a tutto il governo». I renziani restano in una posizione attendista. Il ministro Teresa Bellanova chiede un cambiamento: «È evidente che il giustizialismo non è la nostra cultura. Ascolteremo il ministro e valuteremo». Andrea Marcucci avverte Bonafede: «C’è un problema di metodo che il M5S deve modificare». Michele Anzaldi, intanto, bombarda la Rai: «Tg1 e Tg2 ci oscurano». Vito Crimi, M5S, non crede in «sorprese» e attacca: «È curioso che veniamo accusati di essere manettari e di aver scarcerato i mafiosi». Per il presidente della Camera, Roberto Fico, Bonafede «ha agito con trasparenza» e «in caso di crisi ci saranno elezioni». E il sindaco di Milano Giuseppe Sala dà un «consiglio» al governo: «Non voglio apparire irrispettoso, ma non è che la compagine ministeriale non possa essere rivista. Non lo chiamerei un rimpasto, ma chiedo a Conte se non ha bisogno di avere i migliori al suo fianco».
20 maggio 2020 (modifica il 20 maggio 2020 | 07:46)
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